Una Missione umanitaria
10 Aprile 2020
Auto-regalo di maturità? Una missione umanitaria.
La mia tesina della maturità fu tutta incentrata sul volontariato ed il terzo settore. Ricordo vagamente quei giorni ma posso dirvi che l’ansia da prestazione ha fatto da padrona fino a quel meraviglioso 30 giugno 2012.
L’orale era andato bene e la sensazione di libertà provata nell’uscire da quell’aula fu pazzesca.
Tornare a casa dall’orale e decidere su due piedi di prenotare un volo.
Ormai ero libera e la prima cosa che mi venne da pensare fu il voler cercare un modo per concretizzare quello che era stato il mio percorso umanistico, concluso con la ciliegina sulla torta di una tesina sul volontariato.
Erano mesi che cercavo missioni umanitarie in terra africana ma non riuscivo a trovare qualcosa che facesse davvero al caso mio. Le associazioni religiose volevano andare in Africa ad imporre il vangelo; le altre o lucravano sopra a questi scopi nobili o avevano delle trafile burocratiche infinite. Io volevo poter dare una mano concreta, subito.
Dopo tante ricerche vane il lampo di genio. Contattai Francesca, un’amica che al tempo viveva in Kenya, e spiegai a lei quello che avrei voluto fare, con la speranza che potesse aiutarmi.
Vi dico solo che da li a poche ore avevo un volo aereo prenotato.
Un’ostello super cheap e un’amica da conoscere.
Arrivò in fretta Agosto, ero eccitata, avrei passato un mese in Africa e per lo più in Kenya. Non avete idea di quanto l’avessi sognato. Era la mia terza volta in questo Paese ma desideravo da sempre viverlo a rallentatore!
Con il mio solo volo prenotato, raggiungo il Kenya. A tutto il resto ci pensava Franci. Aveva riservato per me un posto in un ostello carinissimo; dove pagai poco più di 3 euro a notte per una stanza privata di tutto rispetto (con bagno) e un’umile piscina condivisa all’interno del cortile. Non potevo chiedere di meglio.
In questo ostello ho avuto la fortuna di conoscere Stefania, un’altra ragazza torinese che era li per lo stesso motivo. Una missione umanitaria da condividere ed un’amicizia destinata a nascere da qualcosa di forte.
Mama, Anakuja – “Mamma, torna presto!”
Mama Anakuja: così si chiamava l’orfanotrofio dove realizzai il mio sogno. Era gestito da una signora milanese di buona famiglia che aveva dedicato tutto, l’intera sua vita, a questi bambini. Era piccolina e con un viso dolce a tratti ma nessuno come lei saprebbe mai farsi rispettare dalle autorità keniote. Riusciva ad imporsi con trasparenza in un mondo troppo spesso corrotto, con lei non attaccava!
Mamma Lilliana, questo era il suo nome, trascorreva nove mesi in Kenya e tre in Italia dove aveva la sua famiglia e i suoi figli ormai grandi. Quando si allontanava dall’orfanotrofio per rientrare in Italia, i bambini le gridavano forte: “mama anakuja!!!” ovvero “mamma, torna presto!!” in swahili.
Cosa facevo di concreto all’orfanotrofio e cosa mi ha lasciato questa missione umanitaria.
All’orfanotrofio mi occupavo principalmente di passare il tempo con i bambini. La mattina ero libera perché loro erano a scuola, dopo pranzo raggiungevo il centro con un tuk tuk e stavo con loro fino a sera.
Tanti bambini erano orfani, altri abbandonati al loro destino e, molti di loro positivi all’HIV. Questo non complicò le cose ma richiese molta attenzione nel far si che nulla andasse storto.
E’ stata una delle esperienze più belle della mia vita. Mi ha dato tanto mamma Lilliana e mi hanno dato tanto questi bambini. Ricordo quanto è stato difficile doverli salutare, quanti pianti.
Tornai in Italia con il cuore pieno: pieno di vita, pieno di amore.
E con un’amica in più, che mi accompagnò fedelmente in questo percorso e che andai, poi in un secondo momento, a trovare più volte a Barcellona, dove si trasferì.
Ma questo benedetto mal d’ Africa, che cos’è?
Quando mi chiedono cos’è il mal d’Africa non so mai cosa rispondere. Vi posso dire che tornata da questa esperienza io sentivo l’Africa in ogni cosa che facevo. I rumori, i colori, gli odori, le persone, la vita pole pole ma al tempo stesso difficile per tanti motivi. L’Africa ti entra dentro senza chiedere il permesso e lascia segni indelebili sulla pelle di chi la vive.
Auguro a tutti un’esperienza simile. Se è nelle vostre corde prendete e partite perché una missione umanitaria ti cambia la vita.
La mia casa, la mia cameretta da dove vi sto scrivendo, qui nella mia vita tutto parla dell’Africa.
Ma Mamma Lilliana?
Mamma Lilliana è sempre stata agli occhi di chi l’ha conosciuta una persona “immortale”. Avete presente quelle persone che non immaginereste mai che si possano spegnere? In un certo senso così è stato.
Mamma Lilliana ci lascia nel Marzo 2018 per un brutto incidente stradale. Solo così poteva volare via questo angelo immortale.
Se volete dare il vostro contributo potete farlo.
Da quel giorno questa grossa eredità andò nelle mani dei figli di mamma Lilliana. Hanno senza dubbio lo stesso cuore ma si trovano a doversi scontrare spesso con le autorità Keniote che, da quando è mancata la Mami, hanno iniziato a mettere i bastoni fra le ruote. La mami era una donna, una donna sola in Africa per la maggior parte del tempo (nonostante avesse l’appoggio del suo grande uomo Papa Nino) ma aveva due c******i tanti!
Chiunque volesse aiutare questa realtà può farlo. Ovviamente avete la mia parola sulla serietà di quest’ultima.
“Asante Sana Mama.
Ilaria Usseglio Savoia
Maisha Marefu, ovunque tu sia“
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Se state per organizzare un viaggio in Kenya e volete sapere cosa non potete sicuramente perdervi leggete questo articolo!
Alcuni sorrisi sono più sorrisi di altri… Il mal d’Africa te li ricorda sempre! Quanto hai ragione; esperienze uniche che farebbero davvero bene a tanti..
Hai fottutamente ragione Diego!!! =)
É sempre stato uno dei miei sogni fare volontariato in Africa, e un giorno, so che sarò pronta per farlo. Averlo fatto così giovane, sicuramente ti rende una persona super coraggiosa e con un’immensa voglia di vivere. 🌈
Sei dolcissima, grazie di vero cuore!! Te lo consiglio davvero perché è difficile spiegarlo a parole ma è qualcosa ti ribalta lo stomaco e forse anche le viscere regalandoti l’immenso <3
Ho letto l’articolo tutto d’un fiato!
Che esperienza straordinaria che hai fatto!
Questi sono viaggi che ti cambiano davvero la vita! ❤️
Grazie Irene davvero ❤️ mi fa piacere se riesco ad arrivare a chi legge!! Soprattutto in questo caso =)
Ilaria bellissimo articolo complimenti! Anche io stavo pensando di volontariato, anche se avevo pensato ad un’altra nazione sinceramente…. Quindi in sostanza hai cercato l’orfanotofio sul posto insieme alla tua amica che viveva già lì giusto?
Si esatto, lei conosceva questa realtà e mi ha fatto parlare direttamente con la Mami. Anche perchè in Kenya non è proprio semplice fare volontariato o almeno non lo era ai tempi. Le ONG dovrebbero pagare cifre assurde per poter ospitare ufficialmente i volontari. Per questo io non dormivo e no mangiavo li, per risultare “di passaggio” e poter dare il mio contributo senza che questo comportasse spese insostenibili per l’orfanotrofio. Tu dove avevi intenzione di fare volontariato? Perché conosco diverse realtà per quanto riguarda l’Africa anche se appunto, richiedono incontri e preparazione prima della partenza. Io al momento sto valutando una missione in Senegal o in Mali 🙂
Ho letto l’articolo viaggiando tra le parole e sognando quello che è da sempre un mio grandissimo sogno🤩
Ho sempre ammirato questa ragazza fortissima con cui condividiamo la passione per viaggiare e convinti del fatto che viaggiare sia una vera scuola di vita . Da quando ha lasciato tutto per inseguire il suo grande sogno è diventata un mio modello e la ammiro per questo😊
Grazie infinite alessio davvero 😊 Questi sono i commenti che mi danno un’energia pazzesca, sono la benzina per fare sempre di più e sempre meglio 😊 spero di ispirare tutti e soprattutto di convincervi che la vita è una e sarebbe un vero peccato non viverla per ciò più fa vibrare il nostro cuore! Bisogna osare, puntare in alto… per un piano B, male che vada,c’è sempre tempo 😊